Il Mio Milan


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Coppa delle coppe 1967-68

Le coppe europee

HAMRIN METTE K.O. L’AMBURGO
(A ROTTERDAM LA PRIMA COPPA DELLE COPPE)


Magico 1968! Il Milan fa collezione di successi, dopo il nono scudetto arriva anche la Coppa delle coppe, la bandiera rossoncra torna per la seconda volta sul più alto pennone d'Europa. È, questo, un periodo d'oro per la squadra allenata da Nereo Rocco che a distanza di un anno conquisterà anche la sua seconda Coppa dei campioni.
L'avventura in Coppa delle coppe, trofeo già vinto nel 1961 dalla Fiorentina nelle cui file militava, guarda caso, Kurt Hamrin, prende il via in settembre: il sorteggio ha accoppiato i rossoneri ai bulgari del Levski di Sofia, formazione indecifrabile, capace di grosse imprese ma anche di clamorosi tonfi. Un impegno da prendere comunque con le molle. Il 20 settembre a San Siro si spengono però i sogni dei bulgari, costretti a tornarsene a casa con un "omaggio" di cinque gol, in pratica con la consapevolezza di essere ormai fuori gioco. E difatti l'incontro di ritorno si risolve in una formalità, il Milan chiude la pratica sull'1-1 grazie a un gol di Sormani. Più sofferto il passaggio al terzo turno perché gli ungheresi del Vasas di Gyoer si dimostrano degli bene le loro sfuriate nell'incontro di andata, terminando l'incontro sul 2-2. I due gol in trasferta si riveleranno importanti perché a San Siro i magiari apporranno una tenace resistenza, pareggiando il gol di Prati.
Approdato ai quarti di finale, il Milan deve vedersela con lo Standard Liegi, formazione belga di buon valore, con un centrocampo molto robusto. Anche in questo caso la promozione al turno successivo non è delle più semplici, lo Standard si rivela all'altezza dei rossoneri che pareggiano l'incontro di andata a Liegi e che, a loro volta, vengono costretti all'1-1 a San Siro. Si rende pertanto necessario un terzo incontro per decidere chi dovrà proseguire il cammino europeo. La partita viene
fissata dall'UEFA per il 20 marzo 1968, sempre a San Siro (e sulla scelta del campo ha pesato un sorteggio favorevole): stavolta però i belgi non hanno scampo, il Milan vince e convince grazie a due gol firmati Prati e Rivera.
Resta da superare un ultimo ostacolo, tutto dipenderà dal responso delle urne anche se, giunti a certi
livelli, un avversario vale l'altro. Al Milan però va decisamente male perché gli tocca battersi nientemeno che con il Bayern di Monaco, senz'altro il più temibile tra i concorrenti alla vittoria finale.
Nella squadra tedesca militano fuoriclasse come il portiere Maier, l'implacabile attaccante Gerd Muller e il "kaiser" Franz Beckenbaucr. Il primo incontro si disputa a Milano e Rocco manda in campo, il 1° maggio del 1968, la seguente formazione: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Rosato, Malatrasi, Trapattoni, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera e Prati. È un Milan nel suo schieramento ideale che si getta subito all'assalto degli ospiti ma per tutto il primo tempo non c'è proprio niente da fare, la porta di Maier sembra stregata. Le cose, fortunatamente, si mettono meglio nella ripresa: prima Sorniani dopo sei minuti e successivamente Prati a un quarto d'ora dal termine, vanno in gol garantendo ai rossoneri un buon margine con cui affrontare la partitissima di ritorno, in programma una settimana più tardi.


L'8 maggio a Monaco i milanisti, opportunamente istruiti da Rocco, impostano una gara di contenimento affidandosi soprattutto al contropiede. La partita termina infatti sullo 0-0, per i rossoneri si spalancano le porte della grande finale.
Cinque anni dopo Wembley ecco ora il Milan a Rotterdam, a separarlo dal suo secondo trionfo europeo c'è l'Amburgo, altra formazione di carri armati tedeschi. È il 23 maggio del 1968, ancora una data storica per i tifosi rossoneri euforici per lo scudetto appena conquistato, e agli ordini dell'arbitro spagnolo Ortiz de Mendcbil le due squadre si schierano con queste formazioni: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Trapattoni, Rosato, Scala, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rivera e Prati per il Milan;
Ozcan, Sandmann, Kurbjunkn, Diekmann, Horst, Schulz, Doerfel II, Kramer, Seeler, Honig e Doerfel I per l'Amburgo.
"Davanti a trentamila tifosi tedeschi giunti a Rotterdam con ogni mezzo - scrive Angelo Rovelli su "Forza Milan" -, la squadra italiana offrì un saggio di altissima scuola calcistica, tanto che il ct. tedesco Schoen non ebbe alcuna difficoltà ad ammettere che nei primi venti minuti aveva ammirato una formazione di statura mondiale". "Priva di risvolti drammatici, la gara si era subito dischiusa a favore dei rossoneri quando al 3' Hamrin, recuperata una palla a centrocampo, invitava Sormani ad avanzare. L' 'oriundo' brasiliano indugiava, poi faceva partire sulla fascia Anquilletti il quale, dal fondo, indirizzava al centro un pallone rasoterra: pronto Hamrin guizzava all'incontro e di destro insaccava". "Dopo alcune fasi alterne con un paio di sicure uscite di Cudicini e altrettanti interventi decisivi del portiere tedesco Ozcan, ecco il raddoppio rossonero: tentava Prati in assolo ma veniva fermato e sul rinvio ancora Hamrin controllava a tre quarti di campo, proiet tandosi subito lungo la fascia; in piena corsa lo svedese evitava un difensore, dribblava lo stopper e con un tocco perfetto batteva Ozcan: i sostenitori dell'Amburgo annichiliti ripiegavano i loro stendardi".
"A questo punto il Milan – che aveva Scala in cattive condizioni fisiche - si limitava a controllare l'incontro e nella ripresa affidava alla difesa e prevalentemente a un “superbo Cudicini” il compito di conservare immacolata la rete. E infatti il portiere. Rivera e il mattatore Hamrin, si imposero all'attenzione degli osservatori meritandosi le lodi piene che giustamente venivano loro attribuite".


FONTE
"LA STORIA DEL MILAN"
FORTE EDITORE

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