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Coppa delle coppe 1972-73

Le coppe europee

A SALONICCO LA SECONDA COPPA DELLE COPPE


Ecco l'ultimo trionfo in campo internazionale del Milan:la Coppa delle coppe edizione 1972-73. Un brindisi reso amaro dalla allucinante sconfitta di Verona in campionato, quattro giorni dopo il successo di Salonicco. Il debutto nel secondo torneo continentale porta la data del 6 settembre 1972. La squadra di Rocco gioca in Lussemburgo, a Differdange, contro i volonterosi esponenti del Red Boys. Il successo è netto, 4-1 con gol di Prati (autore di una doppietta), Chiarugi e Golin. Nella circostanza Rocco schiera Vecchi, Anquilletti, Sabadini, Rosato, Schnellinger, Turone, Chiarugi, Biasiolo, Prati, Rivera, Golin. Tra i pali non c'è più Fabio Cudicini, il ragno nero, che ha dato l'addio al calcio per tuffarsi nella sua nuova attività nel settore delle moquetles. Il mondo del calcio perde un grande campione e un grande uomo. Ovviamente anche la partita di ritorno si risolve in una formalità: 3-0 e gli ospiti lussemburghesi sono rispediti al mittente senza troppi complimenti con una doppietta di Chiarugi e un gol di Benetli. Ottavi di finale. Qui l'osso da rodere è molto più duro, si tratta dei polacchi del l.egia di Varsavia, le formazioni dell'Est sono sempre indecifrabili. E difatti a Varsavia il Milan (Belli, Anquilletti, Sabadini, Rosato, Schnellinger, Biasiolo, Bigon, Benetti, Prati, Rivera e Magherini) non va oltre un pareggio per 1-1. È assente Chiarugi, infortunalo. L'incontro sembra ormai inchiodalo sullo 0-0 quando Rocco, a cinque minuti dal termine, sostituisce Magherini e manda in campo Golin. Ed è proprio il nuovo entrato che va immediatamente in gol. L'illusione del successo dura lo spazio di una manciata di secondi perché al 43' della ripresa pareggia il famoso Deyna. Grande tensione due settimane più tardi a San Siro. Gli avversari si sono dimostrati molto più agguerriti di quanto si potesse sospettare e lo dimostrano pareggiando il gol di Zignoli, sempre con Deyna in evidenza: il suo lancio trova smarcato Piesko che trafigge Belli. Nonostante tulli gli sforzi dei rossoneri, l'incontro si chiude esattamente come la partita di andata, sull'1-1. Servono i supplementari e soltanto dopo 118 minuti Chiarugi mette a segno la rete della vittoria. Più facile si rivela il turno successivo contro i sovietici dello Spartak Mosca reduci dal lungo letargo invernale. L'incontro di andata si gioca a Soci, una località di villeggiatura sul Mar Nero, il 7 marzo 1973.1 rossoneri si impongono con un gol di Benetti e controllano la situazione nel "ritorno" di San Siro chiudendo sull'1-1 (rete di Bigon).
Quello del Milan è un crescendo inarrestabile, in semifinale i ragazzi di Rocco si trovano la strada sbarrata dai cecoslovacchi dello Spartak Praga e riescono a vincere entrambi gli incontri. È Chiarugi la bestia nera dei boemi, sono suoi i due gol, uno per partita, che garantiscono al Milan il passaggio alla finalissima. Quattro anni dopo Madrid lo squadrone rossonero ha dunque la possibilità di cogliere un altro successo di prestigio. Stavolta gli avversari sono inglesi, si tratta del Leeds che due anni prima aveva vinto la Coppa delle Fiere. Nella formazione britannica il centravanti è un giovanotto possente di nome Joe Jordan, nessuno immagina che di lì a qualche anno i suoi destini si sarebbero incrociati con quelli del Milan.
La finale è in programma per il 16 maggio a Salonicco, in Grecia. Rocco, preoccupato per la condizione fisica dei suoi uomini, fa pressioni di tutti i tipi su Buticchi nella speranza di ottenere un rinvio per l'incontro di campionato di quattro giorni dopo, a Verona ma non c'è proprio nulla da fare.
L'incontro si gioca su un terreno molto pesante per un violento temporale scoppiato poco prima dell'inizio e proseguito per tutto il primo tempo. La svolta avviene subito, già dopo tre minuti di gioco, infatti, Chiarugi è in gol grazie a un calcio di punizione carico di effetto che supera il portiere Harvey. "Con una breve rincorsa, Rivera fintava il tocco: batteva invece Chiarugi. Una cannonata tremenda che subiva una lieve deviazione della barriera. Il portiere Harvey riusciva appena a toccare il pallone, che batteva sulla faccia interna del palo alla sinistra dell'estremo difensore inglese e si insaccava". Il racconto del gol è di Gianni De Felice, invialo del "Corriere della Sera". Forte di questa rete il Milan, dopo avere sciupato un paio di occasioni, comincia ad arretrare sotto la spinta degli inglesi imbestialiti e la sua partita diventa soprattutto difensiva. La retroguardia rossonera comunque terrà fino alla fine. "I rossoneri - scrive ancora De Felice - sono usciti dal campo fra i fìschi del pubblico. Diciamo che erano fischi ingiusti, probabilmente dettati dal dispetto di una folla che simpatizzava molto per loro all'inizio e che forse avrebbe voluto assistere a uno spettacolo di migliore qualità.

La partita non è stata bella sul piano tecnico: si è risolta in un interminabile assedio e in una serie di asperrimi scontri prima di degenerare nel tafferuglio dell'ultimo minuto. Le assenze di molti uomini - sia in campo inglese che in campo italiano hanno senz'altro avuto il loro peso...".
"La partita - continua l'articolista del "Corriere della Sera" -, in effetti, è stata un lungo e interminabile conto alla rovescia. Un count down di 87' e durante il quale il Milan si è difeso quasi ininterrottamente, chiudendosi nella sua metà campo ed esponendosi così ai rischi di un 'offensiva massiccia e pressante. Ciononostante, sui rari contropiede, ha costruito anche qualche altra occasione, perché palle-gol hanno mancato Sogliano, Bigon e Chiarugi. Dall'altra parte, l'offensiva inglese si è risolta con un bombardamento spesso impreciso e quasi sempre frettoloso, bombardamento di cui il cannoniere Lorimer e l'interno di punta Jordan sono stati i protagonisti più appariscenti".
"In queste condizioni il Milan non ha dato certo spettacolo. Per riuscirvi, avrebbe avuto bisogno di un Benetti perfettamente integro, di un Sogliano meno eccitato e nervoso e di un Rivera meno preoccupato di dosare con parsimonia le sue forze via via che passavano i minuti. Rivera ha cominciato benissimo, sfidando perfino gli inglesi sul piano dei tackles ruvidi. Nel primo tempo ha fornito i migliori passaggi per le controffensive milaniste. Ma poi si è andato affievolendo. Perché il Milan potesse dare spettacolo, inoltre, ci sarebbero voluti anche avversari meno scorretti. Invece i rossoneri, provocati, a un bel momento hanno deciso di restituire calcione per calcione". Con un copione siffatto, inglesi all'arrembaggio e Milan in trincea, a brillare sono soprattutto i difensori. Scrive ancora De Felice: "Uno splendido Vecchi ha ricordalo il Cudicini di Manchester, rinnovandone sorprendentemente le imprese e. i fasti. Zignoli è stato un'implacabile 'sanguisuga' del pericoloso Lorimer. Anquilletli ha imbroccato una felicissima serata, neutralizzando i suoi diretti avversari. Insieme con il tempestivo Sabadini, anche Turone, pur non avendo la nitidezza dei rinvìi di Schnellinger, ha fatto il suo dovere 'all'inglese', ramazzando scrupolosamente l'area".
Ecco dunque che grazie alla sua stupenda difesa, ancora una volta il Milan di Rocco piomba di prepotenza sul palcoscenico europeo. Rivediamo il tabellino di quest'altro storico incontro giocato dai rossoneri:

MARCATORE: Chiarugi al 3'.

MILAN: Vecchi; Sabadini, Zignoli; Anquilletti, Turone, Rosato (Dolci dal 14' s.t.); Sogliano,
Benetti, Bigon, Rivera, Chiarugi.

LEEDS: Harvey; Rcancy, Cherry; Bates, Madeley, Hunter; Lorimer, Jordan, Jones, Gray (McQueen dal 9' s.t.), Yorath.
ARBITRO: Michas (Grecia).

NOTE: ammoniti Cherry, Anquilletti, Lorimer, Sabadini e Jordan. Al 44' del secondo tempo
espulsi Hunter e Sogliano.


FONTE
"LA STORIA DEL MILAN"
FORTE EDITORE

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