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Franco Baresi

I campioni

LA CARRIERA

• Franco Baresi è nato a Travagliato (Brescia) l'8 maggio 1960. Scartato dall'Inter che invece accolse suo fratello Beppe, entrò nel vivaio rossonero all'età di quattordici anni, mostrando subito il suo enorme talento.
• Nella stagione 1977-78 Nils Liedholm, che nel frattempo lo aveva aggregato alla prima squadra, volle farlo debuttare a Verona, il 23 aprile 1978, non ancora diciottenne. Il Milan vinse per 2-1 e il "barone" ebbe la certezza che quel ragazzino sarebbe diventato titolare.
• Ceduto Turone, nel campionato 1978-79 Franco Baresi prese il posto di libero nella retroguardia rossonera senza mai disertare una partita. Fu così che a 18 anni riuscì a vincere lo scudetto della stella.
• Quella di Baresi al Milan è stata una carriera di chiaro-scuri. Due volte retrocesso in serie B (1980-81 e 1981-82), il forte difensore è rimasto anche vittima di numerosi infortuni e di una grave forma di infezione del sangue (1981-82) che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco alcuni mesi.
Nel contempo il successo in tre Coppe dei Campioni, sei scudetti, due Coppe Intercontinentali e molte altre importanti vittorie, tra cui tre Supercoppe Europee. Baresi fu il vero leader e capitano della squadra fortissima allenata prima da Arrigo Sacchi e poi da Fabio Capello, che annoverava giocatori del calibro di Marco van Basten, Paolo Maldini, Roberto Donadoni, Ruud Gullit, Frank Rijkaard, Dejan Savi?evi?, Zvonimir Boban, Carlo Ancelotti, Pietro Paolo Virdis, Alessandro Costacurta, Marcel Desailly, Mauro Tassotti, George Weah.
Il capitano del Milan divenne così celebre in Europa e nel mondo per i suoi recuperi impossibili, i suoi lanci perfetti e per le improvvise folate in avanti in grado di ribaltare l'azione in pochissimo tempo. Non gli mancano però anche la tecnica e il tocco di palla; la sua maggiore qualità è stata però la grande visione di gioco,
unita alla velocità ed alla potenza fisica. Una curiosità: Franco Baresi è stato anche il capocannoniere della Coppa Italia del 1990, vinta dalla Juventus in finale sul Milan. Manca però, nel suo palmares il pallone d'oro riconoscimento che viene assegnato al miglior giocatore della stagione, ceduto per 39 punti a Marco van Basten nel 1989, e precedendo un altro rossonero, Frank Rijkaard.

In suo onore, al termine della stagione 1996-1997 ed esattamente il 23 giugno, il Milan ha ritirato dalla numerazione ufficiale la maglia numero 6 che gli apparteneva; la fascia di capitano, indossata per quattordici anni, è stata consegnata a Paolo Maldini. Per celebrare il suo addio al calcio il 28 ottobre 1997 il Milan ha organizzato il Testimonial Game "6 PER SEMPRE", evento spettacolo che ha visto una grande festa a San Siro con la partecipazione di numerose stelle del calcio.

Dalla stagione successiva al suo ritiro, durante le partite giocate dal Milan a San Siro, molto spesso viene esposta nei settori della curva sud una grande bandiera rossonera che riporta il cognome e il numero dell'ex-capitano.
In 20 stagioni disputate con la maglia del Milan, Baresi ha segnato 31 gol complessivi, 21 dei quali su calcio di rigore. Il suo ultimo gol, peraltro decisivo ai fini del risultato, lo segnò in occasione di Padova-Milan 1-2 del 27 agosto 1995 su assist di George Weah.



Nazionale

Franco Baresi ha disputato anche 81 partite con la nazionale maggiore. Vinse il mondiale del 1982 come giovane riserva di Gaetano Scirea, ma ebbe un difficile rapporto con Enzo Bearzot, che lo vedeva come centrocampista e non lo convocò neppure per i disastrosi mondiali del 1986, preferendogli Tricella e, ancora una volta, il fratello Giuseppe. Il rapporto con la maglia azzurra trovò nuova vita negli anni di Azeglio Vicini, che ne fece un punto fermo della sua nazionale. Baresi fu infatti titolare inamovibile nel ruolo di libero negli Europei dell'88 e nei mondiali italiani del 1990.
Con la nazionale di Arrigo Sacchi, suo ex-allenatore nel Milan, il rapporto fu ottimo; dopo l'accantonamento dell'interista Giuseppe Bergomi, Franco era anche meritatamente divenuto il capitano degli azzurri. Durante i mondiali americani del 1994 sfiorò la grande impresa, con la fascia di capitano al braccio, in finale con il Brasile. Il capitano si infortunò al menisco nella partita contro la Norvegia e rientrò stoicamente nella finale col Brasile 25 giorni dopo l'operazione; giocò una partita sontuosa (la Gazzetta dello Sport gli dette 9) ma sbagliò il primo rigore, afflitto dai crampi, e scoppiò in lacrime dopo la sconfitta degli azzurri.


Dirigente e Allenatore

Ritiratosi dall'attività agonistica, è stato per alcuni anni dirigente nel Milan, e ha poi avuto una breve esperienza, durata solo un mese tra il giugno e il luglio 2002 come direttore tecnico del Fulham, società della Premier League.
Si è poi avviato alla carriera di allenatore. Dal 2002 è entrato nel settore giovanile del Milan, dapprima come allenatore della squadra Primavera, poi dal 2006 al 2008 è stato il tecnico della formazione Berretti.
Attualmente fa parte della direzione marketing del club rossonero.


FONTE
"LA STORIA DEL MILAN"
FORTE EDITORE


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