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Luciano Chiarugi

I campioni

CAVALLO PAZZO

Luciano Chiarugi è nato a Ponsacco (Pisa) il 13 gennaio 1947. Giocando con i coetanei nel suo paese natale venne notalo da più di un osservatore (in parecchi si presero il merito della sua scoperta) che lo indirizzò al N.A.G.C. (Nucleo Addestramento Giovani Calciatori) presso il centro di Coverciano, a Firenze.
Dopo due anni Chiarugi. quindicenne, passò al settore giovanile della Fiorentina facendosi subilo notare per le sue serpentine, per il suo calcio di stampo sudamericano. Nella stagione 1964-65 lo troviamo già nel giro della prima squadra viola anche se Beppe Chiappella, l'allenatore, non gli fa disputare alcun incontro. In compenso il giovanissimo Luciano viene convocato nella Nazionale juniores, con la quale disputa cinque incontri nell'aprile del 1965 per il campionato europeo di categoria, segnando anche un gol.
Finalmente il 30 gennaio 1966. Chiappella lo fece esordire in Serie A, a Brescia, utilizzandolo poi in altri tre incontri di campionato e nella fase finale della Coppa Italia vinta dalla squadra viola.
Dopo avere conquistato il suo primo importante successo. Chiarugi divenne titolare della Fiorentina a partire dal campionato 1966-67. Anche i tecnici azzurri, nel frattempo, si accorsero di lui e lo chiamarono nella rappresenta
tiva "B" che nel settembre dell 1967 disputò i Giochi del Mediterraneo in Tunisia. Nei cinque I incontri giocati, l'ala viola segnò 2 gol.
Nel '68-'69, allenatore Pesaola, ecco finalmente lo scudetto, il secondo nella storia della Fiorentina. Il tecnico dei viola però non utilizzò Chiarugi a tempo pieno, anzi, per disciplinarne il carattere lo tenne per parecchio tempo fuori squadra, inserendolo soltanto nel finale di campionato. Con la rabbia accumulala nelle settimane trascorse tra le riserve, Chiarugi esplose contribuendo alla storica conquista con la bellezza di sei gol nelle ultime partite.

Le sue buone prestazioni gli valsero anche la convocazione tra le file della Nazionale Under 23, tappa di avvicinamento alla rapppresentativa maggiore. Finalmente, il 22 novembre 1969, ecco la tanto attesa chiamata in azzurro in occasione di Italia-Germania Est (3-0) disputala a Napoli. Con la Nazionale però Chiarugi non avrà vita fàcile, chiuso da due mostri sacri come Riva e Bettega, i suoi gettoni azzurri saranno soltanto tre. Dopo l'apparizione di Napoli, infatti, il funambolico attaccante toscano verrà chiamato a rappresentare l'Italia soltanto in altre due circostanze: il 26 febbraio 1974 (Italia-Germania Ovest 0-0, a Roma) e il 29 dicembre dello stesso anno (Italia-Bulgaria 0-0, a Genova).
Nell'estate del 1972 Chiarugi lascia la Fiorentina. Una decisione dolorosa presa da Nils Liedholm, tecnico dei viola, ma ormai per "cavallo pazzo" la piazza toscana s'è fatta difficile. È il Milan a vincere la concorrenza dell'Inter: il presidente Buticchi con uno stratagemma (fingendo cioè di disinteressarsi totalmente dell'attaccante) brucia sul filo di lana del calciomercato l'ingenuo Fraizzoli e per circa 400 milioni l'attaccante passa agli ordini di Rocco.
Con la maglia del Milan Luciano Chiarugi si toglie subito una grossa soddisfazione, vincendo nella sua prima annata rossonera la Coppa delle coppe (Salonicco. 16 maggio 1973, Milan-Leeds 1-0): è suo l'unico gol che decide la finalissima del trofeo. Pochi giorni dopo però ecco la disastrosa domenica di Verona, che costerà al Milan uno scudetto in pratica già vinto. Sempre nell'annata 72-73 Chiarugi si aggiudica la sua seconda Coppa Italia dopo quella vinta agli inizi della carriera con la Fiorentina.

A Milano Chiarugi resta quattro anni, quattro campionati senza altri successi, in una squadra in lento declino. Complessivamente "cavallo pazzo" disputerà in rossonero 104 incontri realizzando 37 reti.
Anche in Coppa delle coppe l'attaccante toscano riesce a farsi rispettare, totalizzando 11 gol nelle due edizioni cui prende parte ('72-'73, in cui risulta capocannoniere a quota 7, e '73-'74).
Chiuso con il Milan, per Chiarugi giunge il trasferimento al Napoli, poi il declassamento in B con la Samp (78-79), il ritorno in A col Bologna (79-'80) e infine il lento declino: da Rimini, di nuovo a Firenze, nella sua città, con la maglia della Rondinella; infine a Massa per tre stagioni fino al definitivo addio, giunto nel 1985, all'età di 38 anni.



FONTE
"LA STORIA DEL MILAN"
FORTE EDITORE



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